KODAK COLOR PLUS 200 / E-6 CROSS PROCESSING

(Ottobre 2019)

Lo scorso week end, avendo a portata di mano un kit di sviluppo Tetenal E-6 bello fresco, ho deciso di provare un negativo C-41 (il Color Plus 200 della Kodak) in cross processing. Il succo è questo: sviluppare un materiale ottimizzato per la produzione di negativi fotografici (da svilupparsi in C-41) nella chimica della diapositiva (procedimento E-6). In sostanza, ciò che si ottiene null’altro è che una diapositiva catratterizzata da un contrasto più basso e da una dominante cromatica di fondo, data dalla maschera del negativo stesso (color arancio oppure rosa chiaro). I colori appaiono più pastellati, accompagnati da una  finissima granularità dell’immagine. Navigando sul web, si trovano interessanti articoli dove si consiglia, per questa tecnica, di sovraesporre, di due o più stop, questa o quella pellicola… Si consiglia, altresì, di aumentare i tempi di sviluppo. Tutto questo è confermato anche da alcuni esperimenti da me condotti una decina di anni fa (onestamente, però, non ricordo quale pellicola utilizzai e neppure quale kit E-6). Comunque, secondo quanto esperito lo scorso sabato, la Color Plus 200, non va sovraesposta di 2 stop, anzi. Ho eseguito circa 16 scatti di prova (per non sprecare un rullino intero, in caso di fallimento del test) in diverse condizioni di luce. Alcune immagini sono state esposte a 50 e 80 Iso, le altre sono state esposte a 160 e 200 Iso. Le migliori sono quelle più prossime al valore nominale. Gli scatti a 50 Iso, infatti, appaiono davvero densi, tanto da renderne difficoltosa anche la scansione. In lgenerale, consiglierei di esporre la pellicola a 160/ 200 Iso e di operare uno sviluppo standard. La maschera arancione del negativo, ovviamente, permane, rendendo poco gradevole la visione della diapositiva reale. Le scansioni, (acquisite in negativo, invertite ed un filo lavorate), esibiscono i colori sotto il layer di fondo del film, rivelando una resa assai interessante, che, per certi versi, può richiamare tavolozze cromatiche di materiali ormai estinti da diverse decadi. Chiaramente ogni pellicola si comporterà in modo differente, pertanto, prima di scattare fotografie importanti, bisognerebbe sempre eseguire diversi test (su porzioni minime di negativo o utilizzando il metodo della forcella) per capire, con precisione, in che modo esporre il negativo e come svilupparlo. Questa tecnica, se affinata, può essere senz’altro utilizzata per produrre fotografie originali, anche in ambito lavorativo e professionale.

Buon divertimento!

Michele Rava fotografo

RVArtstudio.com (Genova)